31 ~ Un nuovo mondo

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ZampadiPerla's P.O.V

"ZampadiPerla! ZampadiPerla, vieni qui!" grida FonteChiara, ridestandomi dai miei pensieri.

Le trotterello incontro tenendo la coda ben ritta e il muso sollevato in una posa orgogliosa: darò il meglio di me per fare una bella figura e diventare guerriera al più presto.

Lei mi sorride e con una zampa mi indica il territorio circostante. Seguo il suo arto, fissando i miei occhi su ogni singolo centimetro di questo posto splendido, nuovo, ampio.

I miei occhi guizzano rapidi come pesciolini in un fiume, curiosi di scoprire ogni dettaglio di questo luogo: dalla cima del pendio su cui ci troviamo, si scorge una distesa di morbida e calda sabbia ambrata. Il sole si riflette sui minuscoli granelli polverosi, trasformandoli in pezzi di brace ardenti e che sprigionano una luce potente che quasi mi acceca. Alcuni alberi ombreggiano la discesa verso la conca, creando un particolare contrasto tra il chiaro e lo scuro.

"Questa è la conca sabbiosa - spiega FonteChiara, cominciando a scendere agilmente - È il luogo dove ci alleneremo a combattere. Verremo qui ogni mattina finchè non avrai guadagnato il tuo nuovo nome".

I miei occhi scintillano, proprio come questa sabbia dorata. La seguo facendo attenzione a non ruzzolare giù dalla discesa. Improvvisamente sento il mio corpo venire riscaldato dai tiepidi raggi del sole, mentre i morbidi cuscinetti delle zampe pizzicano al contatto con i granelli.

All'interno della conca intravedo in lontananza ZampadiLacrima e Mantod'Ermellino che si allenano. Sono tentata di andare a salutarle e a chiedere loro se vogliono unirsi a noi ma poi, notando come sono concentrate, cambio idea.

Osservo attentamente le mosse di mia sorella: nonostante sia il suo primo giorno di addestramento, è già molto abile. Combatte con destrezza, schivando con facilità i colpi che Mantod'Ermellino prova a infliggerle. Sembra già una guerriera esperta.

Seguo FonteChiara fuori dalla conca sabbiosa e ritorniamo a rinfrescarci con l'ombra fresca del bosco. Il vento torna ad arruffarmi il pelo e a ululare, come a dirmi 'ciao'. Mi godo quel suo dolce abbraccio e mi lascio coccolare.

Continuiamo la nostra esplorazione del territorio attraversando una parte della foresta più fitta, dove le chiome rigogliose degli alberi oscurano il cielo blu, di cui si scorgono solo alcuni frammenti. Le tenebre anneriscono il terreno, raffreddandolo.

Recepisco ogni singolo odore. Lo zampettare di un topo rompe il silenzio e scorgo l'innocua creaturina scorrazzare tra i cespugli verdeggianti e gli arbusti di ginepro.

Oh, quanto è bella la natura! Così pura, così genuina! Perchè così spesso non ci accorgiamo degli splendidi doni che ci offre?

Un pettirosso spicca il volo e il suo battito d'ali sovrasta i nostri passi. Lo guardo posarsi leggiadro sul ramo di un frassino, per poi cominciare a fissarci coi suoi occhi neri e languidi. Inizia poi a cantare sonoramente. Accompagna il nostro cammino con quei suoi striduli cinguettii.

All'improvviso un'aura di luce inizia a farsi spazio davanti a noi e comincio a correre incontro a questa, come una falena che la notte si dirige verso la fiamma.

La luce si fa sempre più intensa, e con lei il calore. Non appena l'ombra degli alberi finisce, una graziosa radura comincia a diradarsi intorno a me. Grandi massi granitici, lisci e levigati, brillano di un pallido bianco, mentre il fiume argenteo gorgoglia, sibila, ulula. Le sue acque scorrono rapide e i pesci vi balzano agilmente fuori, per poi ricaderci schizzando tante goccioline.

FonteChiara mi raggiunge ed esclama: "Queste sono le Rocce del Sole. Il luogo perfetto per godersi un po' di pace e tranquillità in una giornata afosa. È anche un posto ricco di prede. Per questi motivi era un territorio molto ambito dal Clan del Fiume, in passato. Adesso, fortunatamente, queste lotte inutili sono finite. Il confine del Clan del Fiume è situato qui".

Si avvicina alla riva del fiume, dove l'olezzo di gatti sconosciuti impregna l'aria.

"Lo senti questo odore?" mi chiede.

Annuisco sollevando il naso e memorizzando le informazioni.

"È il segnale odoroso che emettono i gatti del Clan del Fiume. Stai sempre alla larga dai loro confini: se percepissero l'effluvio di una gatta del Clan del Tuono, si insospettirebbero".

"Va bene" mormoro educatamente.

Lei sorride e si volta, facendomi segno con la coda di seguirla. Mi alzo sulle zampe e le trotterello al seguito, sempre più curiosa di scoprire questo territorio di cui faccio parte da quando sono nata, eppure per me così misterioso, grande, ignoto.

Seguiamo per un po' il confine con il Clan del Fiume, godendoci il piacevole canto del torrente, fino a raggiungere una piazzola circondata da quattro imponenti querce. Le loro fronde gigantesche diradano un'ombra penetrante. I tronchi, larghi diverse code di volpe, sembrano alti fino a toccare il cielo e imponenti come monti legnosi.

"Ecco Quattralberi, il luogo dove si svolgono i raduni. Ogni luna piena, i gatti dei quattro clan si incontrano qui per discutere di decisioni importanti e informare gli altri sulla vita all'interno del Clan" spiega la mia mentore.

"Quando potrò partecipare al raduno? Sembra emozionante!" chiedo guardandola con occhi malinconici.

"Oh, ZampadiPerla. Non sono io a deciderlo. Quando StelladiGelso riterrà che il momento sia giunto, potrai partecipare anche tu - miagola in risposta, assumendo improvvisamente un'espressione triste - Io ho dovuto aspettare intere lune. Pensa che quello di ieri è stato il mio primo raduno".

"Davvero? - le chiedo meravigliata - Quindi non ci sei mai andata da apprendista?".

"Esatto - risponde volgendo il muso in avanti a osservare una di quelle querce enormi - Non ho mai capito il motivo, ma è come se StelladiGelso avesse cercato di nascondermi dagli altri, fino ad ora".

"In effetti è strano. Ci deve essere qualcosa sotto" intervengo alzandomi sulle zampe.

"Non è importante. Ci sono questioni più importanti da risolvere in questo momento. Ma non voglio rovinare il tuo primo giorno di apprendistato con le mie insicurezze e i miei insulsi problemi. Dai, andiamo avanti" mormora.

Non faccio in tempo ad aprir bocca che lei mi zittisce con un colpetto della coda. "Stai tranquilla, ZampadiPerla. Va tutto bene" sussurra.

Ma le sue parole non mi convincono. Vedo la paura nei suoi occhi color del mare. La vedo nei peli sulla sua schiena, parzialmente rizzati. La vedo nella sua coda, che ondeggia freneticamente.

Abbasso le orecchie rassegnata e mi appresto a seguirla.

Riprendiamo a camminare e ritorniamo nella foresta. Il terreno ritorna morbido e poroso e i profumi freschi e balsamici del muschio e del mughetto tornano a impregnare l'aria.

All'improvviso, però, quegli odori così dolci e inebrianti lasciano il posto a un fetore acre. Gli occhi cominciano a pungermi e devo sbattere più volte le palpebre per evitare di lacrimare.

Raggiungiamo un ampio sentiero ricoperto di una sostanza dura e grigia. Una puzza di inquinamento appesta l'aria e trattengo il respiro per cercare di sentire quell'odore il meno possibile. Oh, amico vento, aiutami tu. Porta via questo odore, permettimi di respirare.

Tocco con la punta della zampa la superficie del sentiero e la ritraggo subito: è calda.

"Questo è il Sentiero del Tuono, una strada costruita dai Bipedi su cui sfrecciano con i loro mostri. Fai sempre attenzione quando lo attraversi: i mostri non hanno un'anima e non si curano di investirti e, se uno di quegli esseri ti colpisce, hai scarsissime probabilità di sopravvivere" spiega FonteChiara.

Ascolto con attenzione le sue parole e un fremito di terrore mi attraversa la schiena. All'improvviso sento la terra cominciare a vibrare, come in preda a un violento terremoto. Mi scosto all'istante dal sentiero, rizzando tutti i peli che ho sulla schiena e soffiando. Una gigantesca creatura mi sfreccia davanti a tutta velocità, scuotendo l'aria che mi investe in una vampata fetida e calda.

Scuoto la testa per sbarazzarmi di quell'odore nauseante. FonteChiara mi si avvicina. Strano. Lei non sembra per niente sconvolta. Anzi, sembra addirittura sorpresa dalla mia reazione, come se fosse già venuta a contatto con quei mostri in precedenza.

Mi dà una leccata sulla testa per tranquillizzarmi e riprende a parlare: "Al di là del Sentiero del Tuono si trova il Clan della Tenebra. Riconosci il loro odore?"

Sollevo il naso e annuso: sento tanti odori che cozzano l'uno contro l'altro. Si rincorrono, si alternano, si mescolano. Ne sento uno in particolare: odore di paura, di sangue, di morte. Tremo a sentire quell'olezzo.

FonteChiara scuote la testa e muove qualche passo in avanti. "Il Clan della Tenebra ha come leader StelladelSilenzio, un gatto crudele. Al raduno ci ha minacciato e ora temiamo che cerchi di accaparrarsi i nostri territori con la forza. Sento che si sta avvicinando una guerra. La tranquillità sta per finire. Stai sempre molto attenta, ZampadiPerla. Non fidarti di nessuno, se non dei gatti a te più vicini".

Annuisco sicura. Io non ho paura. Sono forte. Sono un'avventuriera coraggiosa. Sconfiggerò quel gatto sanguinario. Sarà l'inizio della mia avventura. Una volta sconfitto quel mostro, tutto sarà concluso. Avrò compiuto il mio dovere verso il Clan. Le corde che mi imprigionano e mi soffocano saranno finalmente spezzate e io sarò libera, libera di scappare lontano.

"Ora possiamo tornare al campo. Ti porterò alle Rocce del Serpente quando sarai più grande e abile. Lì incontrerai feroci vipere. Il loro morso è letale e ci impiega poco a uccidere" esclama FonteChiara con tono di ammonimento.

"Ma io le voglio vedere subito! Non sono per niente stanca!" mugolo mentendo. In realtà la testa mi esplode e segretamente desidero tornare al campo e riposarmi. Ma non posso mostrarmi stanca e debole, non di fronte alla mia mentore.

Lei scuote la testa con un sorriso dolce: "I tuoi occhi si chiudono, piccola. Lo so che vuoi farti vedere forte e resistente, ma con il tempo sono sicura che lo diventerai, giovane guerriera".

Annuisco e cominciamo a dirigerci verso il campo. Il sole comincia ad andare a nascondersi sotto l'orizzonte, mentre il tramonto incendia il cielo facendolo ardere come un fuoco crepitante. Le nuvole, divenute cremisi, si riflettono nei miei occhi, sfumandoli di tinte più scure di rosso.

In breve tempo siamo giunte a destinazione. Le forze mi hanno ormai abbandonato e la stanchezza mi impregna le membra. Profonde occhiaie si sono formate sotto i miei occhi e mi ritrovo a sbadigliare.

L'odore famigliare della mia casa mi avvolge e mi fa sentire protetta. Mi godo questa piacevole sensazione prima di entrare nel campo.

Non appena varco la soglia, ZampadiLacrima e Mughetto mi corrono incontro. Il siamese comincia a saltellarmi intorno ponendomi molte domande.

"Com'è andato l'addestramento? Hai imparato a combattere? Hai cacciato?" esclama il gattino continuando ad agitarsi.

"No, Mughetto. Oggi ho scoperto un nuovo mondo. Il territorio che mi circonda ora fa parte di me, ed è stato ancora più emozionante di cacciare per la prima volta una preda" rispondo con un sorriso.

"Davvero?" chiede lui alzando gli occhi e fissandomi attentamente.

Mi ritrovo ad affondare in quel suo sguardo di zaffiro, ma non esito a rispondere: "Esatto. È questo il bello del viaggiare: scopri sempre nuovi territori, tutti splendidi e unici nella loro natura. Non esiste un paesaggio uguale a un altro. Proprio per questo vorrei fuggire lontano".

Dubito che Mughetto possa capire le mie parole e il desiderio che mi consuma sempre di più. È in fondo ancora un cucciolo.

FonteChiara intanto si dirige verso ZampadiPassero e ZampadiSperanza, che discutono animatamente. Si volta e mi saluta scuotendo la coda. Ricambio il saluto con un cenno della testa.

"Perla, percepisco quanto potente sia quel sogno di libertà che ti invade e sento quanto il tuo cuore arda di speranza e trepidazione. Anch'io vorrei seguirti in questo viaggio, e so che il momento arriverà. Per ora dobbiamo avere pazienza e attendere" interviene ZampadiLacrima, facendomi voltare nuovamente nella sua direzione.

"Lo so sorellina. Lo so fin troppo bene" mormoro rassegnata. Ma quanta pazienza dovrò ancora avere? Quanto potrà ancora durare questa spasmodica attesa?

Scuoto la testa e lecco la testolina di Mughetto, per poi spingerlo dolcemente verso il nido, dove lo attendono la madre AcquadiSorgente e i due fratelli, Ginepro e Menta, già accoccolati tra la folta e tiepida pelliccia della gatta argentata. Mughetto brontola un po', ma poi anche lui si avvicina alla sua famiglia e si addormenta.

Afferro un coniglio dal mucchio di prede per condividerlo con mia sorella. Il pelo morbido e marroncino dell'animale mi solletica il palato. Il corpicino immobile è ancora caldo, il che significa che è stato appena cacciato.

ZampadiLacrima rivolge alla preda grassottella uno sguardo orgoglioso: "Oh, hai scelto proprio il coniglio che ho cacciato! Ho fatto una gran fatica a catturarlo. Era velocissimo!"

Sorrido facendo le fusa: "Oh, ZampadiLacrima. Sei già una cacciatrice provetta. Per me potresti già essere nominata guerriera".

La vedo arrossire imbarazzata. "Dai, non esagerare! È comunque solo il mio primo giorno di addestramento".

Scoppiamo a ridere entrambe, spensierate proprio come quando eravamo ancora due cucciole.

Ci accoccoliamo all'entrata della tana degli apprendisti, dove troviamo ZampaSelvaggia e ZampadiLuce condividere un grasso topo.

"Hai sentito che domani il leader vuole testare le capacità degli apprendisti più grandi?" mi chiede ZampadiLacrima masticando un pezzo di carne.

Addento il coniglio godendomi il suo sapore sfizioso. Sa di selvaggio, sa di foresta, sa di libertà. Ingoio il boccone e rispondo a mia sorella: "Non lo sapevo, ma FonteChiara mi ha riferito della minaccia di StelladelSilenzio, leader del Clan della Tenebra. Suppongo che StelladiGelso voglia più guerrieri preparati in caso di guerra".

"Già, lo penso anch'io - esclama ZampadiLacrima giocherellando con un ossicino del coniglio - Peccato non far parte del gruppo di apprendisti più grandi. Beati loro!"

Finiamo di mangiare e assistiamo al cambiamento di colore del cielo, il cui azzurro tenue e limpido ha lasciato il posto a un nero penetrante. Le stelle lo macchiano di bianco e la luna illumina il campo con la sua luce flebile. La notte avvolge la foresta con il suo manto di mistero e propaga nell'aria un silenzio spettrale.

Guardo per un attimo la nera notte chiudere gli occhi a tutti gli esseri viventi, che si lasciano avvolgere dal buio. Poi, vinta dal sonno e dalla stanchezza, mi acquatto sul mio giaciglio di muschio e appoggio la testa sulle zampe. Raccolgo attorno al corpo la coda affusolata e chiudo le palpebre.

Il vento penetra nella tana e mi avvolge ancora una volta con il suo sentore di selvaggio. In lui sento il profumo sprigionato dalla natura addormentata. Tutto il mondo mi augura la buona notte tramite quei sussurri silenziosi.

"Oh, amico vento... Mi porterai via da questo territorio che oggi ho imparato a conoscere? Mi aiuterai a realizzare il mio sogno? So che lo farai. Ti prego, amato vento, lo desidero così tanto..."

Senza accorgermene pienamente, i miei occhi si oscurano facendomi sprofondare nel sonno.

Ecco un nuovo capitolo. Spero vi sia piaciuto. Fatemi sapere che ne pensate. Votate e commentate in tanti! Al prossimo capitolo!

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