Capitolo Uno

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AYLA

Metto lo zaino viola in spalla dopo aver infilato le snickers bianche.

"Pa', io vado."

Non ricevo nessuna risposta, quindi mi affaccio in cucina dove sta leggendo il giornale sul tablet incorporato nell'isola mentre beve il caffè dalla tazza grande.

"Vado a scuola."

Finalmente alza gli occhi dallo schermo e mi guarda come se chiedesse se ho altro da dire.

Io invece mi chiedo perché cerco sempre un po' di approvazione da parte sua. Quando mamma era ancora in vita me lo ricordo diversamente. Sorrideva decisamente più spesso ed era interessato almeno un minimo alla mia vita. Non è mai stato un padre affettuoso, ma ora... Non sembra neanche un padre.

Con lo sconforto che mi avvolge come una nube nera, esco di casa e percorro il vialetto parallelamente a Riley che, con un gran sorriso, mi dà il buongiorno.

Come ogni mattina da cinque mesi a questa parte passeggiamo insieme fino a scuola: la Edgerise High School.
Dista più o meno due chilometri dalle nostre case, perciò abbiamo deciso che sarebbe stato un buon esercizio fisico da fare prima di restare seduti per le prossime otto ore della giornata.

Quasi vado a sbattere contro un albero, troppo concentrata a fissare il suo sorriso. I capelli neri leggermente lunghi gli contornano il viso dolce e quando mi guarda con i suoi occhi castani, potrei giurare di sentire sciogliere i miei organi interni.

Sono innamorata di Riley? Certo che no. Ho una gran bella cotta per lui? Decisamente sì. Faccio di tutto per non darlo a vedere. È diventato il mio migliore amico fin da subito, mi ha accolta e fatta sentire a mio agio anche a scuola. Noi due, insieme a Dalai, l'altra mia nuova migliore amica, ben due in più rispetto alla scuola precedente, siamo forse gli studenti più invisibili. Ma mi sta bene così. Meglio essere invisibile piuttosto che essere presa di mira.

Tranne per...

"Sotterrati pulce."

Con una spallata Rayden separa me e Riley superandoci, con le mani infilate nella tasca frontale della felpa grigia che indossa.

"Smettila di chiamarla così, Ray. Non è divertente."

Riley mi difende sempre dagli attacchi verbali di suo fratello. Sembra che non gli stia per niente simpatica. Ma la cosa è reciproca.

Dio... Come fanno ad essere gemelli ed essere così diversi?

Rayden è leggermente più alto di Riley e, decisamente, molto più alto di me. Lo supera nettamente in muscoli grazie al football che pratica a scuola, ma a sedici anni non dovrebbe essere legale avere un fisico del genere.

Stessi capelli neri, stessi occhi castani, ma su di lui... Fanno un effetto diverso. Non so come spiegarlo. Ma Riley è come il paradiso. Rayden è come l'inferno.

Sempre di spalle alza il braccio mostrandoci il dito medio. Cafone.

Mi chiama con quello stupido nomignolo solo perché è il triplo di me. E probabilmente mi trova fastidiosa, ora che sto sempre con Riley.

Arriviamo di fronte il cancello imponente, la scuola è delimitata da un murale di mattoni rossi. L'edificio di tre piani si erge proprio al centro, dove sul davanti si trova il cortile, mentre sul retro ci sono tutti i campi sportivi più una piscina.

Ho i brividi solo a pensarci. Non mi piace l'acqua. Soprattutto se è profonda. Forse questa mia fobia è dettata dal non saper nuotare, anzi togliamo il forse. Ma il solo pensiero di immergermi in una vasca e non toccare il fondo mi fa mancare l'aria.

A casa degli Henderson, ovvero dei fratelli gemelli, c'è una piscina sul retro. Non ho mai avuto il coraggio di avvicinarmici.

Dalai ci aspetta all'ingresso e vado a salutarla con un abbraccio che lei ricambia. È davvero bellissima con i suoi capelli neri e i tratti asiatici grazie alle sue origini cinesi. Ha una pelle da far invidia. Indossa una camicetta di un giallo chiaro che le dona tantissimo.

"Finalmente siete arrivati." Saluta anche Riley e insieme ci dirigiamo agli armadietti verdi.

"Ma se siamo in anticipo."

"Sì. Però vi siete persi la quasi rissa."

Spalanco gli occhi dalla sorpresa. Al giorno d'oggi la gente si picchia ancora?

"Provo a indovinare. Rayden."

Il mio migliore amico non sembra affatto sconvolto come me. Anzi. Come se fosse abituato a situazioni del genere.

Dalai annuisce.

"Ha sbattuto il suo compagno di squadra, quel certo Joseph, sugli armadietti mettendogli il braccio sul collo. Erano faccia a faccia, nessuno ha sentito cosa gli ha detto. Ma sembrava una vera minaccia. Chissà cosa lo ha fatto reagire in quel modo."

Riley ruota gli occhi al soffitto. Io sono ancora sconcertata dal racconto.
Certo che è una vera gossip addicted. Come se fosse attirata in queste situazioni in modo tale da poterne sparlare subito dopo. È un vero talento il suo.

"Cambiando argomento, prima che ci risucchino quel poco che ci rimane nel cervello, domani è sabato. Vogliamo fare qualcosa dopo le lezioni?"

Domani. È il trenta marzo. Il giorno del mio sedicesimo compleanno. I miei amici non lo possono sapere, non gliel'ho ancora detto. Ma da quando la mamma è morta non ho più voluto festeggiare. Quindi mi sembrava inutile condividere questa informazione.

"Per me va bene tutto." Riley apre il suo armadietto dopo aver messo la combinazione e prende il libro di matematica. "Vado in classe, ci vediamo dopo."

"Ciao." Lo saluto sorridendo. Forse troppo visto la faccia di Dalai.
"Che c'è?"

"C'è che hai impresso sulla fronte a caratteri cubitali RILEY SONO INNAMORATA DI TE."

"Shh. Abbassa la voce. E comunque non è vero." Afferro le spalline dello zaino per tenere occupate le mani.

"Avanti Ayla. A me lo puoi dire. Anzi confermare, io ci vedo lungo."

Con indice e medio si indica gli occhi e poi indica i miei facendomi sorridere. Non credevo che un giorno avrei avuto non uno ma due amici e cui avrei potuto confidare i miei segreti. Almeno alcuni.
Metto una ciocca di capelli sfuggiti dietro l'orecchio.

"Ok. Potrebbe piacermi un po'. Però non lo dire a nessuno." Mi affretto ad aggiungere.

Ci spaventiamo all'unisono quando il rumore metallico di un armadietto viene chiuso in modo violento alle nostre spalle. Rayden ci passa di fianco senza degnarci di uno sguardo.

"Si vede che non è giornata per lui. Allora vado. Ci vediamo durante l'intervallo così mi racconti tutto." Sussurra eccitata.

E io non posso non seguire il gemello cattivo, condividiamo alcune classi purtroppo. Siamo gli ultimi due a entrare a biologia e ci sono solo due posti liberi. Uno di fronte all'altro.
Mi siedo su quello davanti, è un peccato si trova in fondo alla classe perché volevo seguire da più vicino.

La lezione inizia e scrivo gli appunti in ordine meticoloso, evidenziando contemporaneamente le parti più importanti. Sono talmente concentrata a sottolineare che non mi accorgo che il professore ha smesso di parlare. Alzo lo sguardo per scoprire che mezza classe guarda nella mia direzione come fa il professor Foster. Ma mi sbagliavo.

"Sigonr Henderson, c'è qualcosa di particolarmente interessante tra i capelli della signorina Walker che vuole farci presente?"

Divento rossa come un peperone tanto per aumentare il mio imbarazzo. Odio essere al centro dell'attenzione a differenza di mister popolarità qui dietro.

"In realtà sì, c'è un minuscolo insetto proprio lì." Indica la mia testa.

Sgrano gli occhi tanto da credere che siano usciti fuori e dall'orrore di sapere che c'è qualcosa tra i miei capelli mi alzo andando a colpire il sottobanco con le cosce.

Sento molti dei miei compagni ridere di me compreso Rayden, fino a quando quest'ultimo non si alza anche lui e si avvicina al mio viso.

Se prima ero rossa come un peperone ora scotto a causa del disagio. Supera le mie spalle solo con la testa e con la mano raggiunge la mia nuca.
Un secondo dopo lo sento bisbigliarmi nell'orecchio.

"Sei carina quando ti spaventi, pulce."
Mi sfiora la pelle e piano si allontana.
"Era solo un pelucco, errore mio."

E torna al suo posto. Mi metto i capelli davanti la faccia per coprire il rossore.

"Se ha finito con il suo teatrino, signor Henderson, la prego di seguire la lezione adesso."

La spiegazione riprende dal punto precedente, ma ora non riesco a stare attenta. Mi sento ancora gli occhi di Rayden addosso e quando mi giro scopro che è così.

La giornata passa lentamente, anche a mensa dove io, Dalai e Riley pranziamo e ci organizziamo per la serata di domani. Hanno optato per cinema e popcorn, a me va più che bene.

Suona l'ultima campanella della giornata e tutti ci dirigiamo verso l'uscita. Stavolta sono da sola, Dalai abita dalla parte opposta e Riley ha una riunione col altri rappresentanti.

Nella strada di ritorno metto gli occhi sulla vetrina di una pasticceria. Crostate, torte, mignon, ogni tipo di dolce che ti farebbe venire l'acquolina in bocca all'istante. Sono davvero tentata di entrare.

Il campanellino alla porta avvisa il mio ingresso nel negozio rosa e giallo, con vari sticker di pasticcini su ogni parete, un bancone stracolmo di dolci e una lavagnetta con le offerte del giorno. Il profumo di vaniglia, burro, zucchero e latte si espande nei miei polmoni facendo brontolare il mio stomaco.

Una signora sulla sessantina sbuca da una tenda che divide, presumo, il laboratorio dei dolci con la saletta. Ha i capelli grigi, occhi azzurri e sembra la nonna che tutti vorremmo. Con un gran sorriso mi accoglie.

"Ciao. Hai già in mente cosa prendere?"

Ricontrollo la vetrina anche se so cosa ordinerò.

"Un cupcake red velvet da portare via, per favore."

Era il dolce preferito della mamma. La nostra tradizione era quella di accendere una candelina su un cupcake e soffiare a mezzanotte.
L'unico desiderio che ho però non potrà mai avverarsi.
Come mi manchi mamma.
Ti penso sempre.

Ho gli occhi umidi quando la signora mi porge la busta di carta con la mia ordinazione. Pago e riprendo la strada di casa. Conserverò il dolce fino a mezzanotte, in ricordo dei bei tempi.

Il resto del pomeriggio lo passo a studiare non avendo nient'altro da fare. Poi preparo la cena, anche sta volta papà tornerà tardi e anche sta volta mangerò da sola nel più completo silenzio. Quanto vorrei un animaletto domestico. No. Barry, mio padre, non me lo lascerà mai tenere.

Torno in camera, prendo il necessario per farmi la doccia quando una luce si accende. Proviene dalla finestra di fronte la mia. È tornato a casa. Potrete capire la mia delusione quando ho scoperto essere la stanza di Rayden e non quella di Riley. Ci divide solo qualche metro. Le tende sono leggermente aperte permettendomi di intravedere il gemello stronzo che si toglie la maglietta.

Prima che si giri e mi noti a fissarlo come una stalker, me ne scappo in bagno. Il battito cardiaco accelerato per via dell'adrenalina causata dalla paura per essere scoperta non si calma fino a quando non mi infilo sotto il getto d'acqua caldo. Man mano i miei muscoli inesistenti si rilassano.

Quando esco una nuvola di vapore mi investe. Sta iniziando a fare più caldo così indosso solo una maglietta over size come pigiama. Torno in camera e l'orologio della sveglia digitale segna che mancano pochi minuti a mezzanotte. Non avendo a disposizione delle candele ho preso una scatolina di fiammiferi dalla cucina. Tiro fuori il cupcake dall'involucro, ne accendo uno e lo posiziono in cima.

Scocca la mezzanotte. "Buon compleanno Ayla." Chiudo gli occhi e soffio. Quando li riapro per poco non mi prende un colpo e urlo.

"Ch-che ci fai tu qui?"

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