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Forte gelosia.

E non sappiamo cosa dirci  persi nell'astratto tipo schizzi di Kandinskij. 
Poi noi ci sfioriamo appena come il sole e la luna nell'eclissi.
-Enigma

Blake

Un forte tuono mi costringe ad aprire gli occhi. Fisso il soffitto sopra la testa, prendo il controllo del corpo muovendo meccanicamente il braccio. Scene della notte scorsa: la delusione, in modo in cui l'abbrancata, le mani di Joanne ed infine labbra che non erano quelle di Nives. Perché mi ha mentito per tutto questo tempo? Non l'avrei baciata se mi avesse detto che c'era un ragazzo ad aspettarla a Chicago. Non l'avrei pensata nuda nel mio letto. Non posso incontrare la sua figura, sapendo tutte le cose che abbiamo condiviso. Ho sempre saputo di non essere il ragazzo giusto per lei, sono troppo offuscato dall'odio per poter amare nuovamente. Mi sono illuso, ha mentito. Una melodia leggera risuona in tutto l'appartamento, controllo l'ora e capisco di essere in ritardo per gli allenamenti. Apro di scatto la porta del bagno e mi ritrovo Starr e Drew intenti a lavarsi i denti. Sono una coppia da un paio di settimane, sono contento che Drew ha finalmente trovato l'amore. Il modo in cui la guarda fa capire molto, per lui non esiste nessun'altra ragazza.
«Buongiorno Blake!» esclama la riccia e mi stampa un bacio sulla guancia.
Sorrido, per quanto possibile alle sette del mattino, e le scompiglio l'ammasso sulla testa bionda.
«Ci ho messo venti secondi per renderli così! Tu hai rovinato tutto»
«Io non vedo differenze» difende il ragazzo, viene fulminato. Starr esce con un'aria da bambina adirata, Drew schiocca un occhiolino.
«Scusami amico, ma ho bisogno di lei» faccio spallucce e rido di gusto.
Mi spoglio completamente, inizio a tracciare la piccola cicatrice sotto l'occhio sinistro. Ricordo vagamente come sia comparsa lì, a me piace molto. Guardano solo lei, spesso non si accorgono dei miei occhi. Molte persone non si avvicinano nemmeno.
Incute timore e fa piacere.
Solo chi avrà il coraggio di superare i pregiudizi potrà avere l'onore di stare al mio fianco.
Nives ci è riuscita. ma non potrà essere mia. È destinata a qualcun altro e quel qualcun altro non sono io. L'acqua gelida del soffione arriva direttamente sulla schiena calda, accarezzo il costato su cui è inciso il nome di mia madre e quello di Scarlett. Scendo piano, supero la rosa tatuata in alto a sinistra sul cuore. Mi soffermo sulla piccola D tatuata tra alcuni petali.
D di Davon, mio padre.
La maggior parte dei miei tatuaggi sono per lui, pur non essendoci mai stato, lui fa parte della mia quotidianità. Esco dalla doccia ancora insaponato, l'enorme salvietta mi circonda l'anca. Asciugo i capelli e mi dirigo in cucina senza fregarmene di ciò che pensano.
«Cazzo quello era un placcaggio degno di squalifica» sbraita Chris contro il televisore.
«Sono d'accordo con te» dice Starr mangiucchiando un biscotto. Attraverso la cucina senza proferire, afferro del succo d'arancia e lo verso in un bicchiere in vetro.
«Quel ragazzo...Hunter se non erro è proprio un tipo simpatico» formula Chris. Drizzo le orecchie.
«Si non è male...» borbotta Daisy, infilando il capotto.
«Buongiorno Blake!» mi saluta ed apre la porta, le lascio un bacio fra i capelli. Indosso la divisa, un semplice paio di pantaloncini, una canotta e dei calzettoni pesanti da infilare nelle Jordan.
«Nivs sei arrivata! Mi trattano sempre male quando tu non ci sei» sento urlare dalla cucina, quasi mi strozzo con la mia stessa saliva. Abbandono la camera, rammaricato. Attraverso il salotto con passo falcato. Non voglio incrociarla, la sua bellezza potrebbe colpirmi a tal punto da far tardi.
«Blake non pranzi nemmeno oggi con noi?» domanda Drew.
«No mi dispiace, ho gli allenamenti tra circa trenta minuti e probabilmente il coach ci farà sudare più del dovuto per la partita di Venerdì»
L'ammiro per qualche secondo: un paio di jeans fasciano le gambe lunghe, mettono in risalto il sedere. Il maglioncino nero si abbina perfettamente al cappotto in pelle, i capelli sono legati in una treccia da cui sfuggono alcuni ricci scuri. Gli occhiali le donano un'aria da segretaria alle prime armi, lei potrebbe essere estremamente sexy anche con un sacchetto della spazzatura addosso.
«Che peccato! Nivs aveva invitato anche Hunter a pranzo da noi!» esclama Starr con il solito faccino innocente.
Le pupille si dilatano, il mio sguardo vaga dalla ragazza in questione al suo migliore amico. Quel tipo dovrebbe entrare in casa mia? Dovrebbe toccare le mie cose? E sedersi al mio posto? Assolutamente no, ha già conquistato troppo. Nives cerca in tutti i modi di zittire Starr, ma la riccia non ascolta.
«Hunter è innamorato pazzo di Nivs, non è vero?» chiede nuovamente all'amica paonazza. Stringo i pugni facendo diventare le nocche rosse, fisso Starr con un cipiglio adirato e lascio che gli sguardi si fermino solo su di me.
«Spero che Nives abbia finalmente trovato l'amore che stava cercando» mostro un sorriso amaro e mi avvio verso la porta, afferro il giubbotto e le chiavi dell'auto. Sbatto la porta, tiro un pugno al muro così forte da sentire i tendini sgretolarsi.
Sono geloso? Possibile che io sia geloso di quella ragazzina?
Il solo pensiero che quel pugile da quattro soldi possa mettere mani su di lei, mi fa diventare matto. Solo il pensiero che lui possa sfiorare quelle labbra mi fa venire voglia di prenderlo a pugni.
Non sono geloso, non posso essere geloso di una cosa che non mi appartiene.

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