• Capitolo 4 •

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Un tritone dalla coda di un marrone spento stava facendo una semplice nuotata nei pressi della città, verso la periferia e, quindi, gli abissi. Era accompagnato da un diavolo nero degli abissi, che gli faceva luce grazie alla sua appendice luminosa. In questo modo, il ragazzo poteva scorgere anche il più piccolo oggetto abbandonato sul fondale. Era mattina inoltrata, ma, a quella distanza dal centro abitato, non si vedeva  praticamente nulla. Il tritone, una volta abituatosi all'oscurità, scorse una strana figura in lontananza.
"Huh? Lo vedi anche tu? Sembra...un castello..."
Si rivolse all'animale che lo scortava, strizzando i luminosi occhi gialli. Il diavolo degli abissi lasciò intendere una risposta affermativa, sebbene sembrasse piuttosto esitante.
"Dai Liw, non fare la fifona! Andiamo a vedere più da vicino!"
Esclamò il tritone, dirigendosi verso la strana sagoma, subito seguito dalla sua 'accompagnatrice'.
"Wow..."
L'Hachi raggiunse velocemente la grossa struttura, con un luccichio dorato negli occhi. Si avvicinò all'entrata, formata da un arco che, in passato, doveva essere stato un grosso portone. Il tritone sorrise, incuriosito, ed entrò velocemente all'interno del palazzo, seguito da Liw, che prese a fargli luce.

Abigail si stropicciò un occhio, stiracchiandosi.
"Ah...ben svegliata..."
Disse, in un tono che pareva quasi forzato, Ithillbor, grattandosi la spalla. Abigail si guardò attorno, un pò confusa. L'Akayashi sospirò, incrociando le braccia.
"Siamo chiuse qui da ieri sera...adesso sarà molto probabilmente mattina..."
Spiegò, visibilmente annoiata. Abigail annuì, iniziando ad esaminare il masso che l'aveva confinata in un piccolo angolo insieme a quella strana Ithillbor. Provò a spingerlo via, sotto lo sguardo perplesso della sua compagna di sfortuna, ma era fin troppo pesante. In quel momento, Abigail notò una piccola fessura in basso, troppo piccola per una sirena ma della misura perfetta per una carpa koi. Le due ragazze si scambiarono un'occhiata, per poi voltarsi verso Kóin.
"Kóin...potresti andare a cercare aiuto..?"
La carpa parve inizialmente esistante, ma s'infilò agilmente nella fessura, guardandosi attorno.
"Grazie!! Và a cercare Alice!"
Kóin si voltò verso la padrona, per poi iniziare ad esplorare l'antico palazzo. Continuò a vagare per corridoi e corridoi per un tempo indefinito, fino a quando un bagliore non attiró la sua attenzione.
"Liw, aspetta! Questo potrebbe essermi utile..."
Kóin fece capolino da una porta spalancata, vedendo un tritone accompagnato da un diavolo nero degli abissi.
Bingo.
La carpa si avvicinò ai due, osservandoli in silenzio. Liw si accorse subito di lei e le si avvicinò, incuriosita. Kóin indietreggiò leggermente, ma non si allontanò.
"Uh? Una carpa?"
Anche il tritone si accorse della pesciolina, che prese a guardarsi attorno, irrequieta. L'Hachi inclinò la testa, mentre Liw parve capire la richiesta d'aiuto. Kóin fece per indietreggiare leggermente e l'altro pesce osservò i suoi movimenti, insieme al padrone. Kóin continuò a muoversi per un pò, ma aspettò sempre che Liw ed il tritone la seguissero.
"Vuoi essere seguita?"
Fece, dopo pochi secondi, il ragazzo, cercando di capire il motivo dello strano comportamento della carpa, che semplicemente si allontanò, prevedendo che il tritone l'avrebbe seguita. Fu, infatti, così e Kòin portò l'Hachi da Abigail ed Ithillbor in pochi minuti.

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Alice era, come suo solito, in biblioteca. Stava sfogliando distrattamente il grosso libro antico trovato qualche mese prima da quel tritone dalla coda verde smeraldo...come si chiamava? Jo? Si, ad Alice sembrava che questo fosse il suo nome. Dopo l'incontro di un paio di mesi prima le era capitato di notarlo molto spesso nella stessa biblioteca, dove la ragazza dava una mano a Karen, la bibliotecaria, una sirena dalla coda azzurra e l'aspetto piuttosto elegante. Alice era accompagnata da Dolphy ed il piccolo Rokuro, che stava giocherellando con Asagi, la sua carpa koi da compagnia, donatogli in passato da Abigail.
"Alice...mi annoio...dov'è Abigail?"
Continuava a mormorare circa ogni cinque minuti.
"Non lo so, Rokuro..."
Rispondeva l'Akayashi, che cercava di concentrarsi sul suo libro.
"Ah, Alice, giusto?"
Jo le si avvicinò, facendola trasalire.
"Uh...Jo?"
La sirena inclinò la testa ed il tritone annuì. Le si avvicinò, osservando le pagine del libro. Il suo volto parve illuminarsi e si fermò a leggere qualcosa, con grossa confusione da parte di Alice. Rokuro, invece, aveva gonfiato le guancie e prese a guardarli con fare annoiato.
"Uffa, è arrivato un altro secchione"
Bofonchiò, per poi ridacchiare: non aveva mai fatto caso a quanto la parola secchione fosse buffa. Continuò a ripeterla fino a quando non gli parve estremamente strana e non riuscì più a pronunciarla correttamente.

"Delle rovine di un castello in periferia....non mi sembra di averne mai viste..."
Mormorò Jo, riflessivo. Lui ed Alice avevano constatato, grazie al libro preso dalla ragazza, che, fuori città, sembrava esserci un castello molto antico, che in passato doveva essere appartenuto al capostipite degli Akayashi, il re Akihiro Ayashi. Entrambi erano a conoscenza delle leggende che giravano attorno alla sua persona e, forse, esplorare quel castello, li avrebbe aiutati a trovare una motivazione agli strani fenomeni che avevano come protagonisti la fauna locale. Infatti, molti speculavano che quello fosse l'inizio delle piaghe che avrebbero colpito la città in seguito alla maledizione lanciata da Akihiro.
"Mia sorella esplora la periferia molto spesso, forse potrebbe aiutarci!"
Esclamò Alice, mentre Rokuro le rivolse uno sguardo contrariato. In quel momento, lo stesso tritone reclutato da Kóin per aiutare Abigail ed Ithillbor, accompagnato dall'immancabile Liw, si avvicinò alla bibliotecaria, seduta dietro al bancone posto accanto all'ingresso. Stava leggendo un libro e, in altre circostanze, l'Hachi non l'avrebbe disturbata, ma decise comunque di chiederle informazioni su una certa 'Alice Karseye'.
"È di là, insieme a suo cugino e quel ragazzo"
Rispose velocemente Karen, sistemandosi una ciocca di capelli prima di tornare alla sua lettura. Il tritone la ringraziò, avvicinandosi ad Alice e Jo.
"Uhm...Alice Karseye?"
L'Akayashi annuì. Il ragazzo, che si scoprì chiamarsi Alon, le spiegò la situazione in cui si erano ritrovate le due sfortunate sirene.

"Ecco perchè ieri non è tornata a casa...sapevo che c'era qualcosa di strano....Okay, portami lì. Ragazzi, sc-"
"Vengo anche io, potrei essere d'aiuto"
Si offrì subito Jo. Alice sorrise, ringraziandolo, mentre Alon iniziò ad osservare la biblioteca ed, in particolare, gli scaffali con i diversi libri. Ne spostò velocemente alcuni, sotto lo sguardo incuriosito di Rokuro.
"Che fai?"
"Sistemo" 
Rispose, con tono fermo. Il tritone più piccolo lo guardò, inclinando la testa. Trovava divertente il modo frettoloso ma, allo stesso tempo preciso, con cui si muoveva. Sentendosi osservato, Alon si voltò verso Rokuro, infastidito. I due si squadrono a vicenda ed il minore notò subito come gli occhi dell'altro non stessero un minuto fermi. Cercò di seguire il suo sguardo, ma riuscì solo a farsi venire un gran mal di testa.
"Ahh! Mi confondi, tizio!"
Esclamò, voltandosi ed agitando le braccia. Alon sollevò un sopracciglio, perplesso, quando Alice lo richiamò.
"Andiamo?"
"Si."
"Ehy, ed io che faccio?"
Si lamentò Rokuro, gonfiando una seconda volta le guancie.
"Perchè non vieni con noi? Il tuo Cubo potrebbe essere util-"
"Cubo?"
Alon si voltò verso Rokuro, che squittì un rimprovero diretto alla cugina, rosso in volto.
"N-No!! Io r-resto qui con Karen...A-ANDATE!"
Farfugliò, nascondendosi dietro la bibliotecaria, che sospirò. Alice non insistette ed, accompagnata da Jo ed Alon, si diresse al 'salvataggio della sorellina'.

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"Ugh, che noia...."
Un tritone dalla coda bianca stava ciondolando senza meta per la città. Era accompagnato da un'anguilla, che non faceva altro se non guardarsi attorno.
"Nessuna bella sirena in vista, eh...che cosa brutta la crisi..."
Fece, tra sè e sè, il ragazzo, continuando a nuotare a testa bassa. Non c'era nulla di molto interessante da osservare in città, fatta eccezione per le sirene, ovviamente. Una distante voce femminile lo fece voltare, incuriosito, ma finì solamente con l'andare a sbattere contro qualcosa.
"Ahi, che botta.."
Mormorò, seduto per terra, mentre l'anguilla che lo accompagnava lo osservava divertito. Dopo essersi massaggiato la testa, il tritone si rese conto di aver centrato in pieno un palo della luce. Alzò lo sguardo, osservandolo. Anche se dovevano essere le undici del mattino, quel lampione era acceso e, senza di lui, il tratto di città in cui si trovava sarebbe rimasto al buio. L'Akayashi trovò che quell'intensa luce fosse simile a quella riflessa dalla Luna, ma per niente di pari bellezza. Inclinò la testa e si rialzò, togliendo un pò di sabbia dalle lunghe pinne della sua coda, per poi dileguarsi velocemente: ne aveva abbastanza del monotono paesaggio cittadino e preferì recarsi in uno spazio più aperto, nel quale avrebbe potuto nuotare in tutta libertà.

'Mamma, che botta...'
Pensò una minuta sirena dall'altro lato della strada, osservando il ragazzo allontanarsi. Se non fosse stata fin troppo lontana gli si sarebbe avvicinata....anche se quell'anguilla non aveva nulla di rassicurante. Scosse la testa, passandosi una mano tra i morbidi capelli rosati in modo quasi meccanico. Si rese subito conto della possibile ambiguità del suo gesto e prese a guardarsi attorno, sperando di non essere stata vista da nessuno. Riprese a nuotare, arrivando nei pressi della biblioteca, situata accanto ad un vicoletto da molti ritenuti pericoloso. La sirena sapeva che attorno alla sua città giravano fin troppi racconti metropolitani, creati sia dal popolo marino che da quello 'terrestre'. Era anche a conoscenza di molte di queste leggende, non volendo risultare impreparata sull'argomento; erano racconti fantastici, ma alcuni facevano pur sempre parte della storia della città! Passò davanti al vicoletto, quando un bagliore grigiastro attirò la sua attenzione. Vide, nonostante il buio, una grossa sagoma dotata di una coda argentata, lunghi capelli il cui colore oscillava tra il biancastro e l'argentato e due occhi di un brillante arancione. Gli sguardi dei due si incrociarono e la sirena s'immobilizzò, non sapendo cosa fare. Dopo poco, vide altri due tritoni e diverse gabbie, nelle quali sembravano essere rinchiusi diversi animali. La ragazza non riuscì a distinguere bene le varie figure, dato che, sebbene si fosse fermata per pochi secondi, quei tritoni le avevano fatto una terribile impressione e si era subito diretta nell'edificio più vicino, ovvero la biblioteca. Non sapeva perchè avesse reagito in quel modo, non era un tipo da basarsi sulla 'copertina' per giudicare qualcuno....ma quei tizi...emanavano una 'strana energia'...la sirena rabbrividì al solo ricordo di quel veloce sguardo. Sospirò, sperando di essersi solamente impressionata, ma, quando fece per uscire, vide chiaramente uno dei tre tritoni esaminare la zona, come se stesse cercando qualcuno. La ragazza trattenne il respiro, nascondendosi dietro il muro accanto alle grosse porte dell'edificio.
"Tranquillo, in quel vicolo non si vede un cazzo...si sarà solamente spaventata"
"Tch, hai ragione...però dovete fare molta più attenzione, razza d'imbecilli. Da oggi sarò io a decidere il luogo degli incontri..."
Nel sentire quella breve discussione, la sirena si sentì quasi mancare.
"Ehy, tutto bene? Sei pallida..."
Rokuro le si avvicinò, inclinando la testa.
"A-Ah? S-Si, grazie..."
Balbettò la rosa, ripetendo il gesto meccanico di poco prima. Si fermò, però, a metà, tenendo una ciocca di capelli in mano.
"C'è la bibliotecaria..?"
Domandò, voltandosi verso Rokuro, che annuì, portandola da Karen.

"...capisco, Ayaka....la tua descrizione corrisponde ad un tritone estremamente pericoloso e conosciuto nel mondo dello spaccio....avevano delle gabbie? Probabilmente c'erano dei pesci palla....però...quel tritone è stato arrestato diversi anni fa...."
Karen prese a sfogliare degli archivi, piuttosto turbata dal racconto di Ayaka, che non aveva più aperto bocca, insomma....aveva incrociato lo sguardo con un probabile spacciatore, forse anche un assassino....la ragazza scosse la testa cercando di scacciare quei pensieri. Rokuro la osservò, mettendole una mano sulla spalla. Ayaka trasalì leggermente in risposta al contatto, cercando di non dare a vedere il suo sgomento.
"Tranquilla, non potrà farti nulla! Tu sei andata subito via, quindi probabilmente non ti ha nemmeno vista in volto!"
Provò a tranquillizzarla il piccolo tritone, sorridendole.
"Giusto..."
Mormorò Ayaka, con un filo di voce, tormentandosi i polsi, che avevano assunto un lieve colorito rossastro.
"Rokuro ha ragione, tranquilla....e poi non è sicuro che quel tritone fosse davvero Gin Kulay"
"Si...spero di essermi impressionata..."
La sirena dai capelli rosa forzò un sorriso, grattandosi la nuca, leggermente imbarazzata dalla situazione.

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Era ormai passata l'ora di pranzo e gli esploratori si stavano godendo una breve pausa in vista della prima immersione, che sarebbe avvenuta ad una profondità non troppo elevata. Il gruppo aveva trovato un buon posto in cui fermarsi, privo di troppe alghe, rocce od animali.
'Mh....ancora niente d'interessante...'
Darcêl stava osservando il paesaggio sottomarino posto davanti a lei con uno sguardo assente ed in completo silenzio. Era in piedi, accanto ad una delle grandi finestre della vasta sala svago, totalmente da sola ed in una posizione piuttosto curiosa. Si trovava, infatti, estremamente vicina al muro, sembrava quasi si fosse volontariamente accucciata in quel preciso punto. Improvvisamente, si guardò attorno e fece per portarsi una mano all'orecchio, ma un rumore di passi le fece immediatamente interrompere l'operazione con un gesto fulmineo. I suoi occhi verdi scattarono verso la grossa porta che separava la stanza da uno stretto corridoio, scorgendo Acheron. I due si squadrarono per qualche secondo, e, non avendo intenzione di iniziare una conversazione, il ragazzo ignorò la cameriera, sedendosi su una delle morbide poltrone poste accanto ad una grossa libreria. Darcêl s'indispettì, ma non lasciò trapelare nemmeno per errore il suo stato d'animo, rimanendo impassibile.
"Dovrei fare una...chiamata...le dispiace uscire?"
Si rivolse all'inglese, che la degnò di una veloce occhiata di sufficienza, stiracchiandosi.
"Mh, mi sono appena seduto però..."
Fece, mangiucchiando una sorta di barretta al miele di lavanda. Faceva davvero schifo, ma era l'unica cosa che gli era capitata sotto tiro e non aveva voglia di scendere fino in camera sua, situata nel piano più basso.
"È urgente"
Darcêl stava per perdere la pazienza ed Acheron se ne accorse. Il viola sbuffò ed andò via, senza dire una parola. Si nascose, però, dietro una delle due porte, rimanendo in ascolto. Non sapeva perchè, ma quella ragazza gli faceva una strana impressione. Osservò Darcêl avvicinarsi alla postazione per effettuare telefonate e comporre un numero, per poi portare all'orecchio una cornetta dall'aspetto piuttosto antiquato. Acheron si era chiesto più volte chi avesse avuto l'idea di rendere un avanzatissimo sistema di comunicazione identico ad una vecchia cornetta telefonica che sembrava uscita direttamente da un telefilm anni ottanta e lo stesso quesito 'tormentava' anche altri.
"Ciao, mamma...Si, va tutto bene, ieri siamo partiti. Certo, certo...Sono riuscita a sistemare tutti i bagagli, ovvio..."
Il viola preferì levare le tende, dato che stava iniziando ad annoiarsi; origliare quella che pareva essere una normale conversazione fra madre e figlia non era proprio il massimo e, soprattutto, non riusciva più a tollerare quella maledetta barretta, che del miele di lavanda aveva solamente il nome.

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Adrien, prima di riporlo in una delle tre grosse librerie poste nella sala svago, sfogliò per l'ultima volta un libro preso e letto poco prima. Si fermò ad osservare la copertina variopinta, sulla quale troneggiava, a caratteri cubitali, il titolo del breve volume scelto dal corvino: 'The Shop of Wonders', un titolo che, in normali circostanze, non l'avrebbe mai attirato. Infatti, la scelta del ragazzo era stata dettata dai colori accesi della copertina, che l'avevano incuriosito. Il resto era venuto da sè....una pagina tira l'altra, poi l'altra ne tira ancora una successiva e così via. Il libro, secondo il francese, non era stato scritto alla perfezione, ma era piuttosto interessante, anche perchè basato su una storia vera, o quasi. Infatti, da diversi anni giravano molte leggende attorno ad uno strano negozio situato in Inghilterra e quel libretto le raccoglieva, spiegandole nel dettaglio ed, allo stesso tempo, accrescendo la curiosità del lettore. Il corvino si decise a riporre il libro in un posto totalmente casuale, in mezzo ad un libro arancione ed uno bordeaux, entrambi di dimensioni piuttosto ridotte.
"Che libro stavi leggendo?"
Renè si avvicinò ad Adrien, ed, incuriosito, prese il libro appena riposto dal castano, iniziando a sfogliarlo.

"Non sono affari tuoi."
C

on un gesto secco, il ragazzo dagli occhi rossi strappò l'oggetto dalle mani dell'altro, che non si scompose minimamente.
"Che c'è? Guarda che non ti giudicherò in base ai libri che leggi"
Adrien si sentì schernito dalle parole del francese, sebbene lui non volesse dare una tale impressione.
"Oh, quale grazia....santarellino del cazzo...."
Renè ridacchiò, cosa che fece infuriare ancora di più il coetaneo, che preferì andarsene per evitare di far degenerare la situazione....non dopo il litigio che gli era quasi costato una sospensione. Renè l'osservò, un pò deluso dal gesto. Gli sarebbe piaciuto parlare ancora con Adrien, ma lo lasciò andare via. Riportò lo sguardo alle librerie, notando poi un libro colorato abbandonato su uno dei tre tavolini da caffè posti nella stanza. Vi si avvicinò, prendendolo in mano.
''The Shop of Wonders'..? Interessante..'
I suoi pensieri vennero interrotti da un tonfo sordo, simile a quelli del giorno prima. Si voltò subito verso le grosse finestre ed i suoi occhi azzurri ne incontrarono due dorati.

Tan tan tà tà, pubblicità~ :D
sORRATEMI SE SONO SCOMPARSA MA LA SCUOLA MI STA UCCIDENDO- Forse riesco a cavarmela senza debito in matematica, così dovrò studiare solo tre materie durante l'estate, eVvAi-
Okay, apparte gli scherzi...adesso dovrei aver introdotto tutti- qwq
Ah, nel caso ve lo steste chiedendo....si, finire i capitoli con una suspance che aiuto manco i telefilm che se guarda mia nonna è il mio sport preferito~ ^^
Oh, comunque penso che i capitoli saranno piuttosto brevi, dato che, se scrivessi troppo in un unico capitolo, la storia finirebbe probabilmente troppo presto...well, adesso mi dileguo, sayonara~♡

×Flame×

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