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Mร u nแปn
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Chiแปu cao dรฒng

Scesi dalla macchina di colore scuro, inciampando sui miei stessi stivaletti bianchi. Ero riuscita a salire all'ultimo secondo, per puro miracolo, poco prima che Sebastian partisse.

Percepii distrattamente il tonfo leggero e soffuso, provocato dal chiudersi del pesante sportello.

Il ragazzo mi raggiunse facendo il giro del veicolo. Approfittai della sua apparente distrazione per guardarmi attorno.

Non trattenni un borbottio sorpreso: ยซPerchรฉ siamo a scuola?ยป. Intrecciai le punte ramate dei capelli con le pallide dita, impacciata.
Cercai di alleggerire la mia stessa tensione. Gli lanciai un marino sguardo, colmo di perplessitร .

ยซNon importaยป ribattรฉ lui, sibillino. Mi afferrรฒ la mano che avevo affondato nei riccioli con uno scatto repentino.
Scavรฒ le dita nel palmo.
Il calore mi invase le guance all'improvviso contatto.
Durรฒ un attimo.

Il secondo successivo sul mio palmo si riversรฒ qualcosa di gelido.
Dopo che ebbe mollato la presa, mi accorsi di aver ricevuto un mazzo di chiavi. Le soppesai, non avevo tasche.

ยซCosa-ยป.
Non terminai di porre la domanda. Sebastian mi rivolse uno sguardo che solo come inconsistente potrei definire. Le sue iridi argentee parevano perse in mondi scuri e inversi, a me invisibili.

Si accorse, forse, del mio improvviso silenzio. La sua attenzione tornรฒ alla mia figura.
Mi resi conto solo allora di avere le labbra rosee dischiuse in un'espressione. Ero al limite tra cieca devozione e confusione piรน totale.

ยซRimani quiยป me lo disse con un'apparente placida calma.
Ma di certo qualcosa lo turbava.

Lo vedevo nella maniera in cui da quando eravamo scesi dalla macchina la sua mano era giร  passata cinque volte nei riccioli.
Nelle sue ciglia tremolanti. Nella bocca premuta in una linea stretta. Nel guizzare della mandibola.
E negli occhi grigi traballanti, che scandagliavano il parcheggio.
Affilati.

Convenni.
Annuii con la testa in un lieve movimento del capo.
Non cosรฌ folle da contestare nel mezzo di una possibile crisi.

Fece per voltarsi.
Si mosse verso le porte dell'edificio.
Ma qualcosa lo bloccรฒ, qualcosa gli impedรฌ di lasciarmi con una frase che pareva dettatrice di leggerezza.

La suola della sua scarpa premette sul pavimento. Digrignรฒ i denti.
Sciolse le spalle e un ringhio gli graffiรฒ tra le labbra. Borbottรฒ qualcosa.
Probabilmente una maledizione.

Poi si rigirรฒ sui talloni.
Si mosse nuovamente verso di me. Neanche un battito delle mie ciglia ramate sarebbe una frazione di tempo sufficiente a paragonare la velocitร  del suo movimento.

Una folata di vento contro il mio corpo. Incrociai le braccia.
La sua presa andรฒ ai miei avambracci.
Mi osservava dall'alto con occhi profondi, baratri di metallo.
Le sue mani forti erano bollenti.
Potevo percepirne il persistente calore anche attraverso il cotone della maglia bianca.

A sorprendermi furono i tremori, scorgevo negli sprazzi ombrosi di quelle iridi fuse preoccupazione.

ยซRimani quiยป ripetรฉ.
La presa si strinse, non dolorosa, quanto piuttosto rassicurante.
Come se volesse confermare che non sarei sparita fra le sue braccia, esplodendo in scintille.

I miei piedi affondarono leggermente nel brecciolino a causa della pressione calda applicata sulle mie spalle.

La tonalitร  della sua voce era grave.
Percepivo chiara su di me l'intensitร  di quel fuso argento, pallido, intriso di emozioni. Come il sole si infrangeva, caldo, sui nostri volti. Si affacciavano a quelle iridi e mi avvolgevano.

ยซCertoยป canticchiai perplessa.
Il fiato mi si mozzava nel petto, rapito da quel ragazzo mi stava rivolgendo avvertimenti sinceri.
La mascella stretta in una morsa di ansia mal espressa.

ยซRose-ยป insistette.
Le parole fuggivano chiare e lente alle sue soffici labbra, vibravano nella gola, borbottate tra i denti.
La disapprovazione.

Anche in quel momento il suo viso pareva una composizione marmorea. ยซDico sul serioยป intenso, solo cosรฌ poteva essere definito il mio stato in quel secondo di attesa. ยซNon venire, qualunque cosa succedaยป.

Arricciai le labbra, schioccando la lingua. Ero pronta a negare l'ultima sua affermazione.
Molte cose avrebbero potuto spingermi a compiere una simile follia.

Non ebbi il tempo, tuttavia, di rivelare quella personale considerazione.
Alcuni ragazzi del Branco stavano lentamente riempendo il parcheggio.
Come puntini colorati in mezzo al grigio della strada.

Nonostante la situazione sembrasse strana si prendevano a spallate fra schiamazzi. Caotici.
Arrivavano da ogni lato.

ยซRosie!ยป.
Ashley corse da me.
Non fece caso alla presenza di Sebastian, che si era scostato.
Fresco vento che correva tra gli alberi verdi ยซche bello vedertiยป.

Le sue braccia si avvolsero attorno al mio corpo minuto.
Praticamente si arrampicรฒ su di me come un koala, piantandomi le caviglie nei fianchi. La sua mano pallida arruffรฒ i miei ciuffi ramati.
Distrusse ogni parvenza di ordine che ero riuscita a creare quel mattino.

ยซSebastian, accidentiยป.
Una lieve pausa di considerazione.
ยซSembri un'anima in penaยป.

Colui che aveva parlato tanto saggiamente era Chris.
Con la sua solita gentilezza.
Diede all'interessato una pacca sulla schiena rigida.
Chiunque altro sarebbe probabilmente caduto a terra stordito dalla botta.

Un sospiro. Una mano delicata che andava a colpire la propria fronte. Ashley si fece avanti.
Borbottรฒ parole poco sensate.
Strinse le dita attorno al polso fine di una Kelly traballante.

ยซStiamo noi con Rosieยป cinguettรฒ.
E inarcรฒ elegantemente un sopracciglio rossiccio, come a sfidare chiunque a un tentativo di contraddirla.

A quella consapevolezza non esitai ad ammollarle le chiavi. Le infilรฒ nella tasca dei Jeans.
Un sopracciglio inarcato.

Nessuno osรฒ fare o dire qualcosa.
Poco dopo, tutti loro si dispersero nei meandri della struttura scolastica dalle pareti neutre.
Solo le due ragazze rimasero con me.

Spruzzate di rosa sulle guance e bocca soffice, Kelly si liberรฒ dalle catene indistruttibili che erano le mani di Ashley. Mi strizzรฒ un occhiolino e ricevette in cambio una dispettosa tirata di capelli dalla sua amica.

Battรฉ le ciglia bionde, illegalmente lunghe. Premette una mano sulla spalla di Ashley. Fece pressione con un poco del suo peso.

La usรฒ come appoggio per sistemarsi le scarpe. I suoi boccoli biondi sembrarono solleticare l'olfatto di Ashley, che arricciรฒ il naso.

Le ballerine di Kelly erano di un pallido rosa antico. Cosparse di graffi e tracce di fango. Sul viso della ragazza l'espressione schifata di chi non sopporta neppure la piรน piccola imperfezione.

Sulle mie labbra si dipinse un sorriso, osservando lo strano quadretto.
La mano di Kelly sulla spalla di Ashley. Il suo precario equilibrio su un piede solo. La faccia tranquilla di Ashley che non sembrava affatto sorpresa.
Cose quotidiane per loro.

Il tempo che seguรฌ non fu molto. A popolarlo furono sufficienti le comiche facce imitatorie di Ashley.
I suoi saltelli irrequieti.

Nessun altro essere umano sarebbe riuscito a muoversi tanto facilmente indossando i suoi stivaletti scuri, dal tacco acuminato.

La sua evidente iperattivitร  mi portรฒ a domandarmi perchรฉ proprio lei avesse deciso di rimanere nel parcheggio spazioso assieme a me.

Un tonfo acuto interruppe la quiete. Ashley finรฌ praticamente addosso a Kelly, inciampando per la sorpresa.
Quest'ultima le avvolse le braccia attorno alla schiena, fulminea.

Fu costretta cosรฌ a stringere un po' troppo forte il cellulare con cui stava smanettando nell'altra mano.
Rischiรฒ quasi di sbriciolarlo.

Non sembrรฒ sorprendentemente importarle. Le sue iridi azzurre come ghiacciai si posarono sul busto di Ashley. Si assicurรฒ non fosse ferita.

Qualcosa sotto i miei piedi parve sbagliato.
Il suolo ondeggiava, perdendosi nella finzione.

La testa di Kelly scattava da una parte all'altra, come cercando qualcosa, i capelli le frustavano il viso.
Ashley le strinse un braccio, come ad assicurarsi che non si allontanasse.

Approfittai della loro distrazione.
Corsi verso la trasparente porta a vetri dell'edificio scolastico.
Rallentai il passo solo una volta superato l'uscio.
I piedi emettevano lievi ticchettii sulle ombreggiate mattonelle color giallo pastello.

Il silenzio aleggiava fra le aule, segnalate da piccole porte.
L'aria era tersa di timori celati.

Quasi saltai fuori dalla mia stessa pelle quando Kelly e Ashley respirarono alle mie spalle.

La seconda si muoveva piรน cauta della prima. Mi osservava.
Non scostava le sue iridi color cacao dal mio corpo neppure per un attimo, costeggiando la mia figura.

Piรน camminavamo piรน Kelly si stringeva ad Ashley, le loro spalle strusciavano.
La guardava come a chiederle direttive, senza ricevere una vera risposta.

Incrociรฒ le braccia sul petto, le guance arrossate, sporgendo il labbro inferiore in un piccolo broncio.

Non ero attenta alle loro dinamiche, troppo impegnata a svoltare corridoio dopo corridoio.
Trattenevo il fiato a ogni curva, il mio cuore faceva una capriola a ogni porta sbattuta dal vento.

Nel mezzo del percorso, vicino l'aula di chimica, una scossa nel terreno ci fece aggrappare una all'altra.
Un ronzio superรฒ di potenza i miei pensieri. Un'elettricitร  statica si posรฒ sotto la mia pelle.
Il mondo pareva girare.

Non seppi mai precisamente quando, o come, ma finii ad avvolgere il mio braccio attorno alle spalle preparate di Ashley. Kelly mi scrutรฒ fra le ciglia.
I suoi occhi erano cosรฌ azzurri che ebbi la sensazione mi avessero perforato i polmoni.

Ansimai, premendo una mano sul petto. Le loro parole risuonavano nel cranio, scalfivano le ossa al pari di un ronzio, complesse da recepire.
L'aria era impregnata del caldo di un sentore particolare, sussultai.

ยซQualcosa non vaยป annaspai. Chiaramente qualcosa non andava.
Ma ciรฒ che nella mia anima ribolliva, ciรฒ che essa, in realtร  intendeva, non era una mera constatazione.
Il preludio di qualcosa di immane.

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