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Alis

Giovedì

Ashley sarebbe dovuta passare a prendermi di lì a poco. Il giorno seguente ci sarebbe stata la famosa festa al mare e non avevo la minima idea di cosa indossare, così decisi di uscire a fare un po' di shopping.

Era Ashley a farmene venire la voglia ed era una cosa positiva! In qualche modo avrei dovuto distrarmi anch'io!

Ero stata con nonna in continuazione. Per me era un bene e un passatempo perfetto. Parlavo molto con lei e mi confidavo.

Papà e nonno erano spesso fuori. Papà per lavoro, mentre nonno usciva a fare delle passeggiate, spesa o a fare visita ad amici o parenti...
Quando tornava a casa, era stanco e si riposava come suo solito fare.

Si sentiva il ronfare dalla mia vecchia camera e nonna Rose si lamentava di ciò, ma era un argomento gettonato nelle nostre chiacchierate!

Ero fortunata ad aver conosciuto i nonni paterni. I nonni materni non ero mai riuscita a conoscerli. Avevo un anno, quando loro se ne erano andati per sempre. Da una parte ero felice del fatto che ero ancora piccola, perché l'unico rimorso era quello di non sapere le forme del loro viso e il loro carattere. Se li avessi conosciuti approfonditamente, avrei pianto per il resto della mia vita, perché mi ci sarei affezionata, come con i nonni paterni d'altronde!

Sapevo che i nonni materni e paterni erano amici stretti in passato. Papà e mamma erano cresciuti praticamente insieme e non avevano mai pensato che si sarebbero sposati.

Tutto ciò mi era stato riferito da papà, una volta compiuti i sedici anni.
Una sera era molto triste e aveva deciso di raccontarmi un po' di vicende che mi avevano incuriosito a tal punto da continuare le sue storielle nei giorni seguenti.

Mi arrivò un messaggio al telefono che vibrò sul tavolino.
Lo afferrai e lessi: "Alis sono fuori".

Era Ashley e, sicuramente, non aveva voglia di entrare. Appena avremmo finito di girovagare per i negozi, l'avrei trascinata dentro con forza, perché nonna aveva voglia di parlarle e le avrebbe fatto piacere.
Corsi da lei in stanza e le diedi un bacio.

"Ciao nonna, a dopo" la salutai afferrando le chiavi di casa sul comodino.

"Ciao Alis!"

Mi precipitai fuori dall'abitazione. Ashley era all'interno di una macchina nera. Al volante intravidi una figura che non riconobbi.

"Sali pure in macchina, il nostro autista è Justin, il mio miglior amico" mi sorrise contenta di avermelo presentato. Abbassò il finestrino.

"Felice di conoscerti, Justin Hall" sorrise anche lui, cercando di porgermi la mano per presentarsi. La strinsi.

"Alis" e ridacchiò lasciandomi perplessa.

"Che c'è?" chiesi disturbata.

"Vedo che i cognomi non fanno per gli sconosciuti" rise. In realtà non l'avevo fatto apposta, ma odiavo quando mi riprendevano e decisi di non dirglielo.

Cosa pretendeva? Che glielo dicessi dopo che mi aveva fatto notare un errore ridendoci su?

"Niente cognome per il momento" esclamai decisa entrando in auto.

"La ragazza sa il fare suo..." borbottò lui e Ashley gli diede una gomitata.

"Che c'è? Non mi piace la tipa" continuò.

"La tipa ha un nome" lo ripresi. All'inizio pensavo fosse gentile, immaginai mi avesse ingannato l'aspetto.

"Ma non un cognome."

Sospirai, ma non ribattei. Mi limitai a guardare fuori dal finestrino.
Non ero uscita per niente e non mi ricordavo affatto di come erano fatte le strade del Bronx. Avevo leggeri ricordi... Odiavo il passato ricordato alla rinfusa.

Justin e Ashley iniziarono a parlare mentre io li ascoltavo in silenzio.

"Sei fidanzata?" domandò Justin da davanti.

"No, perché?" risposi. Rifletté un attimo.

"Perché sei carina", quasi ingogliò l'ultima parola. "Cioè voglio dire... Non sei male esteticamente. Hai un caratteraccio, forse è quello il problema!"

"Ha parlato Justin Bieber" alzai gli occhi al cielo consapevole del fatto che non avrebbero potuto vedermi.

"Almeno non sono la tipa senza cognome" ribatté. Ma cosa voleva? Che stessi zitta?

"Ash, ma questo viene con noi?" chiesi, seccata da questo Shrek umano.

"Attenta a come parli ragazza conosciuta pochi minuti fa, sei nella mia macchina." Ashley non faceva altro che assistere alla scena.

"Oh scusa, si offende la macchina" lo scimmiottai con una voce odiosa e sorrisi per quanto sembravo ridicola.

Sorrise anche lui. Riuscii a vederlo dallo specchietto retrovisore.
Il viaggio durò fin troppo per i miei gusti e iniziai a odiare il panorama fuori dall'auto: il Bronx non mi piaceva.

"Scusa ma tu vieni a scuola nostra?" domandò ancora Justin.

"Sì" sbuffò.

"Ma tu non l'hai finita, Bieber?" chiesi pensando al fatto che aveva la patente e non sembrava averla presa da poco.

"Bocciato l'anno scorso in quarta" ridacchiò Ashley rispondendo al suo posto.

"Cosa volete? Io la vivo la vita, non come voi che fate shopping!" si difese.

Avrei voluto chiedere se lui e Ashley erano nella stessa classe, ma la mia curiosità non si spinse a tal punto da farlo.

L'auto si fermò, eravamo arrivati. O almeno lo speravo... Justin estrasse le chiavi e uscì per primo seguito da Ashley e me. Non mi ricordavo affatto di quei posti.

"Ma anche Timberlake viene con noi?" mi rivolsi ad Ashley.

"Non era Bieber?" notò lui guardandomi storto.

"Sì... In effetti Bieber suona meglio, volevo provare anche l'altro di Justin" lo punzecchiai. Era divertente farlo e sembrava divertire anche lui. Ashley invece sbuffò stufa delle nostre guerre offensive.

"Comunque, vengo con voi. Avete il passaggio e non posso vedere i vostri vestiti?" pensò ovvio.

"A me non mi vedi" lo corressi.

"Purtroppo non tutti abbiamo il dono dell'invisibilità" fece spallucce e lo guardai male, dopo aver capito cosa intendeva.

Eravamo arrivati nel primo negozio. I vestiti sembravano tutti molto carini anche visti dalle vetrine.

"Io vado da quella parte" affermò Ashley indicando degli abiti bianchi.

"Io no, vado di là."

"Justin tu?" gli chiese mia cugina.

"Viene con te" dissi io.

"Vado con Alis tanto per vedere che combina" si inventò una scusa e io sbuffai come minimo.

"Come vuoi. Non darle fastidio o te la vedrai con me" lo avvertì.

"Quando vuoi" rispose Justin malizioso.

"Stupido" e alzammo entrambe gli occhi al cielo.

Ashley prese la sua strada e io la opposta, seguita da Bieber. Iniziai ad osservare gli abiti concentrata. Non mi piaceva niente...

Justin si era allontanato. Cosa voleva fare in un negozio di ragazze?

La commessa si avvicinò a me: "Ti serve aiuto?"

"Oh no no."

"Ah, vedo che il tuo fidanzato ti sta già aiutando" disse sorridendo dolcemente e non capii.

Mi girai e vidi Justin pieno di vestiti in mano. Portai una mano in fronte tanto stupita quanto in disaccordo.

"Non è il mio..." feci per correggerla, ma la commessa già non c'era più. In quel momento avrei voluto capire perché tutti avevano il vizio di definire fidanzati un ragazzo e una ragazza senza conoscerli! Non era nemmeno mio amico, figurarsi qualcosa di più!

"Ho trovato questi" esclamò.

"Bravo. Ora riportali dove li hai presi."

"No, tu li provi. Tutti. Ti potrebbero star bene, è già tanto che mi sono sforzato" disse e sorrisi, sembrava un bambino indifeso.

"Quelli li tieni tu. Vieni nei camerini, li provo" mi arresi e ci incamminammo verso gli stanzini.

Di Ashley non c'era l'ombra, probabilmente non aveva trovato ancora nulla. Entrai nel camerino e anche Justin stava per entrare con me.

"Che fai?! Esci" ordinai.

"Ci ho provato" alzò le mani al cielo e aspettò fuori, mentre io chiusi la tendina accertandomi di aver coperto ogni angolo.

Provai il primo abito. Era troppo stretto, ma non mi piaceva comunque. Le paillettes non mi erano mai andate a genio.

"Fatto?" urlò Justin da fuori e aprì la tendina senza avergli dato risposta.

"Hey, non ti ho detto di entrare!" cercai di coprirmi, l'abito mostrava tutte le mie forme. Mi osservò pietrificato.

"È piccolo" lo ripresi.

"No, ti assicuro che non lo è" stavo per rispondergli il contrario, quando capii il suo doppio senso.

"Intendevo stretto" portai una mano in fronte, di nuovo.

"Levati. Ne provo un altro" richiusi la tendina blu.

Provai il secondo abito, mentre una canzone partì in sottofondo. Il vestito mi stava preciso. Era lungo, rosso e con lo spacco su un lato e la schiena scoperta. Era carino ma...

"Non è da festa al mare" disapprovò Justin.

"Da quanto stai guardando?" esclamai spalancando gli occhi. Come avevo fatto a non vederlo se mi stavo guardando allo specchio?

"Da ora, non ti preoccupare."

"Anche Ashley sta provando qualcosa, tre vestiti per ora. Sei lenta, fai più veloce!" mi rimproverò.

"Non devo mica stare a pensare a te" chiuse la tendina facendo finta di non avermi sentito.

"Quanto siete complicate voi donne."

Provai il terzo abito, nero. Mi stupii dei modelli scelti da Justin, pensai che si fosse fatto aiutare da qualche commessa.

L'abito mi calzava a pennello. La gonna era morbida, poco più lunga dietro, ma rimaneva comunque un vestito corto. Il corpetto era di pizzo, lo adoravo.

Quella volta, il bocciato non entrò senza permesso, così lo chiamai. Aprì lentamente la tendina e spalancò occhi e bocca.

"Che te ne pare?" mi meravigliai di come mi fossi relazionata così in fretta. Forse solo perché era amico di Ashley, se non lo fosse stato probabilmente non ci saremmo mai incontrati.

"È strano vederti con il nero, ma... ti sta benissimo ed è perfetto per la sera" commentò ed fui soddisfatta del suo parere.

"Provo l'ultimo?"

"No, prendi questo. L'ultimo l'ho anche scelto a caso" ammise, anche se pensai lo dicesse per uscire dal negozio il prima possibile. Si vedeva che non ce la faceva più ad aspettare, specialmente in piedi.

Sfilai il vestito facilmente, siccome non avevo allacciato la cerniera precedentemente, mi rivestii ed uscii con l'abito in mano.

Aspettammo che anche Ashley finisse.
Appena uscì, notai il suo abito blu scuro, ma non riuscii a capire bene il modello.Ci dirigemmo alle casse.

"Vi aspetto in macchina" annunciò Justin. Restate sole, io e Ashley inziammo a parlare.

"Allora? Divertente?" chiese riferendosi al suo miglior amico.

"Mmh... Non male."

"Non male" ripeté ridendo.

"È il motivo per cui siamo amici, fin da subito si è dimostrato un ragazzo allegro e mi divertivo sempre con lui" spiegò, sicuramente non era sua amica per l'arroganza.

Pagammo gli abiti e tornammo in macchina.

"Non capisco perché facciano delle buste così grandi. Sprecano carta e inchiostro" riflettei dopo che la macchina partì. Justin scosse la testa.

"Io non capisco perché non sei intelligente quanto bella" mi prese in giro.

"Hall, attento. Parli con una mahnattaniana" ironizzò Ashley e io tenni la testa a mò di vanto, lusingata.

"Oh... Allora scusatemi."

"Come mai sei venuta al Bronx?" chiese lui. Ashley gli diede una pacca sulla spalla abbastanza forte.

"Che ho detto?" sussurrò lui, rimasi indifferente. Dopo poco, il pensiero mi passò.

"Ho voglia di gelato" esclamò Justin. Ashley lo guardò stranita come per dire "sei serio?".

"Vi faccio da tassista, non pagato per giunta, e non posso mangiarmi un umile gelato?" si lamentò e si fermò nel parcheggio della gelateria.

"Me lo offrite voi però" disse una volta uscito dall'auto.

"Sei tu che lavori!" gli fece notare Ashley.

"Io un gelato medio, grazie" dissi e Justin mi guardò male. "Amarena e fiordilatte" precisai poi, ridacchiai con Ashley.

"Prendo lo stesso!" decise lei infine, continuando a ridere alle spalle di Justin che scuoteva il capo.

ℳ𝒶𝒹 •𝒶𝓂

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