𝗳𝗼𝘂𝗿. 𝙖 𝙜𝙡𝙞𝙢𝙥𝙚 𝙤𝙛 𝙪𝙨

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Neteyam aveva fegato per essere riuscito a organizzare tutto in quel modo.
Per prima cosa, aveva fatto in modo di tener occupata Tsireya pregando Lo'ak di fare qualcosa di idiota, poi, aveva scelto un momento in cui era sicuro che lei non avesse nulla da fare.
Come ultima cosa del suo piano, aveva chiesto dei consigli a suo padre per provarci con una ragazza.

"Papà?" fece spuntare la testa da dietro il muro dei Marui, Jake sedeva a terra, occupandosi della bruciatura che le redini in pelle gli avevano lasciato sulla mano quando, giorni prima, aveva provato a cavalcare per la prima volta un Tsurak.
Il capo di quest'ultimo si alzò al suono della voce di suo figlio maggiore.

"Sì?"

Neteyam prese a giocherellare con le sue dita, "Io, uhm- come hai... conquistato mamma?"
Ci fu una pausa imbarazzante, mentre l'aria si faceva sempre più tesa.
Il ragazzo iniziò a sentirsi a disagio al silenzio del padre.

Sorprendendolo, suo padre chiese, "Allora, di chi si tratta?"

Neteyam si bloccò sul posto, non aveva pensato alla possibilità che suo padre volesse sapere chi fosse.
"Beh, lei è uh..."

Jake scosse la mano, facendo segno a Neteyam di sedersi, ridacchiando.
"Va bene, non devi dirmelo"
Era la prima volta come padre che affrontava questa conversazione, Kiri non ne era interessata, Lo'ak non aveva ancora trovato la persona giusta e Tuk era troppo giovane per quello.
"C'è qualcosa in particolare che desideri sapere?"

"Uh", Neteyam si guardò le mani, immaginando che fosse la ragazza a cui pensava sempre a tenerle, "Hai detto che all'inizio non piacevi alla mamma, giusto?"
Alzò il capo per guardare il padre, "Come hai cambiato questa cosa?"

Jake rise, scuotendo la testa al ricordo.
"Sarò onesto, ragazzo. Non so come sia successo, ha provato a uccidermi la prima volta che ci siamo incontrati. Poi, dopo aver imparato sotto la sua guida, siamo andati all'Albero delle Anime, e- uhm, beh-"

"Non ho bisogno di sapere i dettagli" il ragazzo si coprì le orecchie disgustato.
"Voglio solo sapere come, capisci?"

Jake sospirò e si grattò la nuca.
"Fai un gesto romantico, se è come tutte le ragazze, le piacerà".

Neteyam schiuse le labbra. "E se non lo è?"

Jake emise una lieve risata, dando una piccola pacca alla schiena del giovane.
"Allora avrai tra le mani un osso duro" mise le mani sulle spalle di Neteyam.
"Solo, lascia che le cose vadano da sé. Se deve succedere, allora andrà bene. Non forzare molto la cosa, certo, non fa nemmeno male tentare"

Neteyam annuì e si sollevò da terra, rivolto al padre.
"Grazie, papà." E andò a cercare Fei.

Non sapeva per certo quale fosse il momento adatto, ma fu fortunato a trovarla così velocemente.
Stava cavalcando il suo Ilu, dai colori e le linee del manto doveva trattarsi di Alat.
Nelle sue mani c'era una rete che stava sollevando, una dozzina di pesci presenti all'interno e Neteyam poteva giurare che sul viso di lei vi era un sorriso.

Il giovane aspettò sulla spiaggia mentre lei tornò indietro, scendendo e interrompendo il legame.
Alat nuotò subito via lasciandola prendere la rete, non lo aveva ancora notato.
O era quello il caso, o lo stava ignorando.
"Uhm, Fei'uey!"

Lei si girò per un istante, fermandosi sui suoi passi, prima di guardare giù strisciando i piedi.
"si?"

Si fece abbastanza imbarazzante la situazione.
"Io", incespicò sulle parole.
"Uh, volevo solo sapere se potessi insegnarmi di più"

"Su che cosa?"

Si mise a riflettere. "Sulla natura"

Fei si ricordò delle voci che aveva sentito dai fiori presenti nelle profondità del mare.
Erano sì fiori. ma discendevano dalla Grotta degli Antenati.
"Vieni" disse in mezzo a quell'imbarazzante silenzio.

Prese la mano del ragazzo e lo trascinò con lei, cosa che lo sorprese.
Aveva notato come lei cercasse fermamente di evitare ogni contatto fisico, se non per le volte in cui gli insegnava a cavalcare un Ilu.

Neanche dopo molto stavano nuotando in profondità, Neteyam guardò Fei andare a prendere qualcosa nell'acqua.
Aveva un aspetto delicato ed etereo, soprattutto da come splendeva nell'oscurità.
Fei gli comunicò con i segni.

Per respirare sott'acqua.

Fei fece segno di girarsi e gentilmente, poggiò la creatura sulla schiena di lui.
In seguito la giovane nuotò fino ad arrivare vicino delle montagne sottomarine dove delle piante crescevano sporadiche.
Erano come dei fiori che erano stati piantati a caso e si erano diffusi sulle sporgenze rocciose.

La guardò connettere la sua treccia a uno dei petali, poté solo rimanere a osservare.
Connessa a Eywa e alle voci dei suoi antenati, sembrava rilassata.
Tutta la tensione del suo viso venne spazzata via.

Sembrava si trovasse in pace, calma.

Capendo di starla fissando troppo fece anche lui lo stesso e connetté la sua treccia a un altro petalo.
Immediatamente fu accolto da una serie di voci.
Era identico a quello che gli aveva raccontato suo padre sull'Albero delle Voci nella foresta degli Omaticaya.

Si sentì sereno fin quando non si trovò davanti un scenario diverso.
Si trovava nel suo corpo, ma sentiva di essere più grande, si guardò attorno sconvolto.
Era ancora su quell'isola, si voltò da ogni parte per vedere cosa ci fosse intorno a lui.
Il fruscio proveniente da un albero e la risata di un bambino lo fecero voltare.

Una bambina corse verso di lui, "Papà!" si precipitò con braccia aperte.
Lui la prese in braccio confuso, accarezzandole la schiena come faceva con Tuk quando era più piccola.
Da quando era diventato padre?

Un'altra figura avanzò nella loro direzione e si fermò.
"Oh, grazie Eywa, Neteyam!"
La donna rise, col fiato corto.
"Non rallentava e credevo che avrebbe continuato a correre all'infinito!" stava sorridendo a lui.

L'aveva riconosciuta subito.
Come poteva non farlo?
Nonostante fosse più grande, era ancora presente quella bellezza elegante, quella che gli aveva tolto il respiro quando l'aveva vista per la prima volta dopo esser arrivato.
Fei era di fronte a lui, un nuovo tatuaggio proprio sopra al suo cuore.

"Fei" sussurrò incredulo.
Lei ridacchiò e prese la bambina dalle sue braccia.
Sulle sue labbra c'era un sorriso che non aveva mai visto.

"Chi altro dovrei essere?" si spostò i capelli e supportò il peso della bambina.
"Non conosco nessun altro che assomigli a me"

Nel riaggiustare la posizione della bimba, quest'ultima emise un piccolo urlo.
"Mamma! Non spaventarmi in questo modo!"

Fu allora che Neteyam osservò il suo aspetto.
La sua pelle era un misto tra il blu scuro della sua e il blu chiaro di Fei.
I suoi occhi erano identici a quelli di Fei, ma il viso ricordava quello del ragazzo.
Alla fine realizzò.
"Cazzo, è nostra-"

"Linguaggio!" Fei lo riprese prima di rivolgere la sua attenzione alla piccola, ridacchiando.
"Sylwanin, sembra che tuo padre abbia perso la memoria. Si sta comportando in maniera strana, vero?"

La piccola - Sylwanin - annuì.
"Papà, va tutto bene?"

Neteyam arretrò lentamente, il suo respiro era veloce.
Non conosceva di nessuno che si era connesso a Eywa e gli era stato mostrato un pezzo di futuro.
"Aspetta, aspetta-"
Fece per avanzare nuovamente verso Fei e la piccola che affermava di essere sua figlia.
"Questo è quello che veramente succede-"

Fu tagliato fuori, spinto fuori da quella scena prima che potesse fare domande.
A quanto pare Eywa non voleva che sapesse troppo.
Quando ritornò alla realtà vide Fei fissarlo preoccupata, anche se stava provando a nasconderlo con un cipiglio.

Stai bene?, gli chiese con i segni.
Era la prima volta che mostrava delle emozioni.
Tuttavia, quando Neteyam la guardò, non riuscì a togliersi dalla mente l'immagine di lei che teneva in braccio sua figlia.
Era la madre.
Si erano uniti.

Il ragazzo voleva cancellare la sua ostilità e rimpiazzarla con ciò che aveva visto nella donna del futuro.
Era più gentile, quasi come se lo amasse.
Probabilmente lo amava.

Sto bene, la rassicurò, guardano nella vastità del mare.

Non ne avrebbe parlato con nessuno per un po'.

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