Aftermath : Roleplay

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Per justagnessss

Nome

Evnar Martel

Partiamo dal presupposto che ad Evnar piace un casino il suo nome solo perché non ha mai conosciuto qualcun altro che ce lo avesse uguale. Prendete questa, tutti i John e i David sul suolo canadese, compreso lo zio John che gli ha sempre regalato una miseria per Natale.
Evnar, in arte "Raven" (e anche non, visto che i suoi compagni di band lo chiamano spesso così per prenderlo per il culo) non si è mai chiesto quale fosse l'origine del suo nome, o perché i suoi genitori l'abbiano effettivamente scelto, e onestamente non gliene frega un cazzo. In realtà significa "padre di luce", e a pensarci bene probabilmente riderebbe visto che l'ha storpiato per farlo diventare un uccello nero presagio di sventura. Ma non c'era da stupirsene: ad Evnar il caos e la stranezza piacciono da morire.
Il suo cognome, Martel, ha invece il significato che si aspetta: martello. È probabilmente francese, e non c'è da stupirsi parlando del Canada, ma né Evnar né i suoi genitori hanno origini propriamente francesi, quindi è abbastanza inutile ricercarne le radici in ogni caso. Né lui né loro sono mai stati tipi particolarmente curiosi, d'altronde. O almeno, non curiosi di questo tipo di cose.

Età

20 anni; Scorpione.

Possiamo dire che, sin da quando ha memoria, non ci sia stato un compleanno che non fosse particolarmente movimentato. In primo luogo, a sua madre si sono rotte le acqua mentre era vestita da strega in discoteca, una normalissima notte del 31 di ottobre, ed Evnar si è sempre immaginato la sua venuta al mondo epica. Insomma, non capita tutti i giorni di avere una strega appena ventenne che urla in una sala d'ospedale. A parte questo, la data del suo compleanno è sempre stata una buona scusa per organizzare feste fuori di testa, ovviamente con un tema diverso ogni anno. Vampiri, zombie, licantropi (in realtà Evnar non sa nemmeno dell'esistenza di quest'ultima parola), tutti che finivano a sbrattarli sullo zerbino sull'uscio di casa. L'ordinaria amministrazione di quando sei adolescente, insomma. Dare la colpa alle stelle, costellazioni, o quel che erano probabilmente non sarebbe servito a niente (ma non vuol dire che non ci abbia provato): si sa che i nati scorpione sono appassionati e spregiudicati, ma difficilmente si può usare questa scusa senza ricevere poi una sberla. Ed Ev ne ha ricevute tante, sia da ragazzi che da ragazze.

Aspetto

Pietro Cecchi

Una delle poche cose di sé stesso di cui è perfettamente consapevole (a discapito dei più) è di essere ritenuto attraente. Ha tutto nel posto giusto, e forse anche qualcosa di più. È alto 1,85, con gli occhi scuri e i capelli mori, con due braccia che ha scolpito a suon di allenamenti in palestra. Ora, Evnar non può essere definito un "patito della palestra", e non perché effettivamente non lo sia ma più perché può, nella sua testa, appartenere ad una sola categoria di "bros". È come avere una religione, ne puoi avere una, mica dieci, no? Non puoi far parte di dieci club differenti, capito? Nella sua testa ha senso. Comunque okay, la palestra gli piace e ha un fisico ben allenato per questo. Il corpo che allena è anche ricoperto da decine di tatuaggi: tutti dai soggetti differenti e, probabilmente, totalmente randomici. Sua madre si è spesso chiesta se lo facesse solo per farle un dispetto o, peggio, per lasciarla senza un soldo. Se glielo si chiede, Ev risponderà sempre che il suo preferito è il serpente che gli gira intorno al collo, come una collana indelebile. Probabilmente però muscoli e tatuaggi non gli sarebbero comunque serviti per definirlo un bel ragazzo, visto il portamento naturalmente "confidente" che caratterizza ogni suo gesto, tutti i suoi sguardi. I suoi occhi scuri sembrano infatti più profondi di quello che effettivamente nascondono dietro e il sorriso ampio coronato da adorabili fossette potrebbe ingannare anche qualche santo.

Storia

Sua madre Claire e suo padre Roy si sono conosciuti a diciotto anni, a diciannove si sono sposati e a venti hanno deciso di dare vita ad una piccola peste dagli occhi scurissimi e la lacrima facile. Suo padre lamenta spesso che avrebbe dovuto capire che sarebbero stati guai eterni per loro due quando Evnar non riusciva a smettere di piangere. Ogni notte, tutta la notte. Crescendo, la situazione si è ribaltata a tal punto che a mettersi a piangere erano i suoi genitori. A causa di un'indole particolarmente...vivace, sin dalle elementari il piccolo Evnar le combinava di ogni tipo: pastelli contro le maestre, arrampicate sulle grate delle finestre (una volta sono anche dovuti intervenire i pompieri), dispetti alle compagnette (povere le loro trecce). Evnar rideva delle punizioni che gli assegnavano e spesso e volentieri contravvedeva ad ogni ordine di qualsiasi adulto. I suoi genitori temevano soffrisse di qualche disturbo della condotta, ma semplicemente, beh, Evnar era nato per essere un ciclone. La verità è che la situazione rimase più o meno invariata, persino al liceo, ma incredibilmente (o forse no) per Evnar rimanere da solo, nel senso di emarginato, non sembrava un'opzione. Un po' come i lupi che fanno gruppo per correre nel buio della notte, lui trovò il suo "branco" proprio al primo anno di liceo. Il "curriculum" di Evnar non era di certo un bel bigliettino da visita: diverse sospensioni, reclami a non finire e una volta si era perfino fatto ammanettare (semplice vandalismo innocente, semplice sfortunata). Ma si sa: chi si assomiglia si piglia. Evnar partorì l'idea di una band solo alla fine del secondo anno di liceo, principalmente perché lui nella vita due cose era capace di fare: danni e suonare la batteria. Se la prima era un'inclinazione naturale, la seconda era più un desiderio nato da una stupida canzone dei "Mother Mother". "Vorrai essere il batterista della band", sapete, no? Era come appuntarsi al petto una spilletta con una nomea incisa sopra, una che non fosse - soltanto - "panico ambulante". Parlando del genere della loro musica, beh, Evnar sa più o meno che il punk nasce come critica ad un sistema sociale che ci vuole tutti uguali e blablabla. Il suo bassista, nonché migliore amico, Leonard (che ha vissuto nell'opulenza per tutta la sua vita, sarà quello) è sempre stato convinto che ognuno dei componenti della sua band avesse qualcosa di cui lamentarsi e che quindi valeva la pena cantarlo a squarciagola, letteralmente. Evnar non è sicuro di cosa sia 'sta cosa che lo dovrebbe opprimere a tal punto da pendere dalle labbra di Leonard, ma si è detto che magari, a suon di concerti underground, qualcosa ne verrà fuori. O forse no, ma vabbè.

Carattere

Abbiamo parlato di come Ev sia consapevole di essere bello e di come sia, tutto sommato, tutto ciò che effettivamente sappia di sé stesso. Probabilmente tutti si aspettano delle ragioni più profonde dietro il suo comportamento ribelle, caotico, o come lo si voglia chiamare. Ma no. Scavare dentro di Evnar sarebbe come scavare dentro il deserto perché, essenzialmente, non c'è niente che lo spinge a fare le cose che fa. È stupido, solo stupido, in ogni campo, sempre. È così stupido che non sa tenersi un lavoro, è così stupido da non riuscire a mantenere una relazione, è così stupido da non curarsi della preoccupazione dei suoi genitori. E non è quella stupidità che non ti fa memorizzare la tabellina del due, è più una incoscienza che gli suggerisce di fare tutto quello che gli passa per la testa solo perché può. Non è nemmeno per cercare il brio, è solo evitare di sforzarsi di accendere il cervello per elaborare un pensiero più elaborato di "ho voglia di scopare." Questo lo rende cattivo? Sorprendentemente, la risposta è no. Certo, è molto dispettoso nonostante sia un adulto (disegna ancora i baffi sulla faccia di qualcuno che dorme) e non sa cosa significhi tenersi un partner per più di una settimana, o evitare di mangiare dal piatto di un cliente, ma raramente fa cose che possono veramente ferire qualcuno. È un tonto, ecco cos'è: un eterno bambino che ama vivere alla giornata, con zero prospettive e, forse, qualche sogno. Come già detto, è bravo solo a fare musica perché la musica gli ronza spesso nella testa senza che lui abbia davvero bisogno di impegnarsi. E nonostante il suo essere un muscoloso disadattato, ama molto la compagnia delle altre persone e potrebbe essere un raggio di sole in una giornata buia. Una delle cose che dà più fastidio a chi si arrabbia con lui è che, nei suoi occhi, c'è questa bontà ingenua che sembra non sapersi manifestare in modo normale. È un amico leale e, come detto, un ragazzo che mette molta passione in quelle cose che gli piacciono davvero. Forse solo le persone giuste, assumendosi un po' di responsabilità, possono far emergere il tenero cretino che potrebbe essere, e che a volte, senza vilerlo, è.

Orientamento sessuale/identità di genere

Bisessuale; male cisgender

Non è sicuro di essersi mai innamorato, ma è sicuro di essere attratto sia da uomini che da donne. Forse è la cosa meno inquietante di lui, quindi nessuna delle persone che conosce se ne fa un reale problema, e lui nemmeno. È abbastanza certo che i ragazzi gli piacciano leggermente di più, ma non saprebbe spiegare (o capire) perché. Non so se vale la pena specificare che ha fatto sesso con il suo bassista, ma ecco, è successo, è ritrovarsi infossato dentro di lui è stato il suo awakening. Non molto romantico, ma reale.

Curiosità

> È appassionato di hockey sul ghiaccio, come ogni buon canadese.

> Visto che non ha continuato gli studi dopo il liceo, per guadagnarsi da vivere fa il cameriere in un bar vicino casa.

> Quasi ogni suo tatuaggio è un regalo di compleanno da parte dei suoi genitori, che l'hanno sempre accontentato nonostante tutto.

> Ogni tanto...diciamo che compone la propria musica con la bocca. "P-s-pp-sss" è una delle cose più comuni che gli si può sentire dire quando è da solo.

> È molto geloso delle sue cose, per questo lascia mai le sue bottigliette di succo di mirtillo in giro per casa (che condivide con alcuni dei suoi compagni di band), perché teme che gliele rubino.

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